lunedì 25 aprile 2016

Monte Moregallo (1276 m.) via Canale Belasa da Valmadrera - Triangolo Lariano - Lombardia

Assicuro a chiunque mi legga che non è per nulla facile descrivere il Moregallo. Non basterebbero centinaia di pagine di qualsivoglia edizione monografica per raccontare della complessità di questa montagna, capace però come nessun'altra nel Triangolo Lariano, di così tante guglie e torrioni, di orridi e canaloni, di alte pareti e ripidissimi prati, di una natura tanto ostile quanto affascinante. Il Moregallo è una montagna unica nel contesto Prealpino, possiede una vocazione "divina" capace di mantenerlo lontano dalle terrificanti e da me tanto odiate "rotte turistiche", figlie di una cultura nella quale si giustifica la montagna ad ogni costo. Questo piccolo ed introverso mondo è come un'isola del tesoro, riservata dunque a tutti coloro che, spinti dal senso dell'avventura e decisamente allergici a quello che personalmente definisco il "prodotto confezionato", troveranno in esso un incantevole regno nel quale poter destreggiarsi, divertirsi ed entusiasmarsi. Gli impervi ed inospitali profili di questa montagna, attraggono inevitabilmente chiunque dal lago percorra con lo sguardo lo "skyline" di queste vette, e così come accade ad Ulisse con il Canto delle Sirene, è pressoché inevitabile il richiamo di questa vetta sul più esigente dei viandanti. Dal punto di vista topografico questa montagna viene suddivisa in tre principali settori. Il suo versante Nord, dove tra l'altro ha sviluppo il sentiero con maggior dislivello dell'intero Triangolo Lariano (il 50° Osa, con un salto superiore ai 1000 metri), non possiede un solo tratto pianeggiante e le ciclopiche dimensioni del Pilastro dei Panda, del Mucchio Selvaggio e della Parete Alta rendono questo anfiteatro decisamente ostile alla presenza umana. Ad avallare quanto di cui sopra è la sezione Nordest del Moregallo che, seppur devastata da alcune maledette cave, presenta imponenti bastionate che precipitano nel lago, tra cui la più nota è la Parete del Tempo Perduto. Viene poi il secondo settore del massiccio, quello Occidentale, noto per essere uno dei più isolati del gruppo e che delimita sulla destra orografica la Valle di Moregge. Si tratta di un versante molto scosceso ed impervio, solcato da impressionanti canaloni noti nell'alpinismo per il loro elevato sviluppo (tra questi il più celebre è il Canalone Masciadri). Resta infine il terzo ed ultimo settore, cioè quello meridionale, nettamente inciso dal profondo intaglio della Valle Due Pile. Questo impressionante squarcio nel versante Sud del Moregallo divide a sua volta il fianco in due distinti settori: ad Est quello dell'anticima, ad Ovest quello della vetta principale. E' qui che oggi rivolgiamo la nostra attenzione entrando dunque in quell'area delimitata ad Occidente dalla Bocchetta di Moregge ed ad Oriente dalla Bocchetta di Sambrosera. Si tratta di un luogo decisamente impervio e selvaggio, dove il bosco sfida le forze di gravità ed ardite guglie da esso fuoriescono creando splendide strutture rocciose. Il solco del Canalone Belasa,  sui cui fianchi s'innalzano le torri dei "Pilastri", mediamente alte un centinaio di metri e la cui architettura ricorda una sorta di cattedrale gotica, ne rafforza ulteriormente l inospitalita. L'escursione, dal carattere alpinistico anche se le difficoltà sono sempre contenute su gradi "ragionevoli", è del 19 Aprile scorso in compagnia di Enrico, foto con Canon 750d...

Note tecniche :

Difficoltà : PD (sono presenti numerosi passaggi di IIe III grado, nonché un breve camino valutabile intorno al IV+. Per i meno pratici, le catene e solo in un occasione una staffa, permettono di "tirarsi" su evitando di arrampicare su passaggi che potrebbero mettere in difficoltà i meno esperti)

Dislivello : 943 metri 

Sviluppo : 6,78 Km

Interesse : paesaggistico, botanico, faunistico

Esposizione del canale : Sud

Attrezzatura : casco obbligatorio, per i meno esperti può essere utile un imbrago con Kit da ferrata o cordini


Da Valmadrera, si seguono le indicazioni per San Tomaso fino a raggiungere la piccola frazione di Belvedere (290 metri). Davvero poche le opportunità per parcheggiare l'automobile dove ha termine la strada asfaltata e cioè in corrispondenza dell'inizio della mulattiera per San Tomaso. A prescindere dalla fortuna o meno nel trovare posteggio, bisogna ora seguire l'ampia mulattiera che dopo pochi minuti ci conduce alla cappelletta della Vars, laddove sorgono numerosi segnavia (seguire il numero 6 e 7 per Sambrosera e Pianezzo). Ci si incammina quindi su uno dei sentieri più frequentati di queste montagne, capace di condurci in circa 1 ora di comodo cammino presso la sorgente di Sambrosera, amena località che rappresenta il crocevia di numerosi sentieri. Le possibilità di errore sono nulle, poiché sono presenti molte paline segnavia che impediscono anche al meno audace dei camminatori di imboccare il sentiero sbagliato. Noi, qualche metro prima della sorgente dell'acqua, seguiremo a destra per incamminarci su di una traccia poco evidente ma ben bollata a vernice che conduce con pendenza costante e su terreno roccioso alla base del canalone (segnavia per Canale Belasa, EE). Una nicchia con all'interno una graziosa madonnina rappresenta il punto di partenza di questo itinerario alpinistico ed i passaggi attrezzati si incontrano sin da subito. Si guadagna dunque quota affrontando una serie di salti rocciosi con passaggi di I, II e III grado che, tuttavia, non essendo esposti, non creano particolari patemi d'animo. Si consideri inoltre che gran parte di questi passaggi sono ottimamente attrezzati ma, in considerazione delle ottime prese e della buona roccia, sarebbe davvero un peccato fare affidamento su di essi quando l'arrampicare è davvero piacevole. Salendo rapidamente di quota, la vegetazione (unico neo di questo canale, dato che impedisce in parte i fantastici panorami) va facendosi più rada, lasciando spazio alle prime guglie e torri calcaree del Moregallo, che culmineranno poi nella splendida formazione "gotica" dei "Pilastri". La parte mediana del canale Belasa è caratterizzata da passaggi più "pepati"che culminano in un salto roccioso di circa 10 metri, da affrontare con le dovute cautele, cui segue un successivo camino leggermente strapiombante (è il passaggio più difficile, IV+) dove bisogna lavorare ottimamente in aderenza o cercare la contrapposizione evitando così l'utilizzo della catena. Oltre questi passaggi, non banali e decisamente divertenti, il canale diviene più incassato, e le successive placche e rampe non destano particolari problemi dato che sono valutabili per lo più nel II e III grado. Si giunge così nella parte superiore dell'itinerario, laddove il canale va a morire sui ripidissimi prati del Moregallo. In prossimità dell'uscita, si incontra una palina segnavia (vedasi foto) che può trarre in inganno: infatti, in corrispondenza del cartello, si incrocia una traccia che taglia a mezzacosta il versante Sud. Non va assolutamente seguita né a destra (Est, ci condurrebbe dopo un panoramico colletto verso la parte superiore della cresta Osa), né a sinistra (Ovest, ci condurrebbe con un giro interminabile verso la Bocchetta di Moregge). Noi dunque proseguiamo verso l'alto con le dovute cautele restando nell'ora poco marcata incisione del canale che più in alto muore sulle ripidissime tracce dei prati sommitali. Risaliti circa una cinquantina di metri oltre la palina segnavia sopracitata, si incrocia un'altra traccia (ben più marcata della precedente) che taglia anch'essa a mezzacosta il pendio. Seguendola per pochi metri sulla sinistra, si interseca ben presto nel "sentiero della Tavoulera", che corre poco sotto il filo della cresta Ovest del Moregallo. Raggiunto questo sentiero, non resta che da piegare a destra (Nordest) ed affrontare nuovamente alcuni passaggi delicati per via dell'esposizione e delle difficoltà, oltre i quali si è finalmente in vetta al Moregallo. Per la discesa, consiglio vivamente di mantenersi sul filo della cresta Est (davvero notevoli i panorami) evitando dunque il sentiero che corre più basso infilandosi poi nel bosco. Su percorso di cresta obbligato si raggiunge quindi in pochi minuti la Bocchetta di Sambrosera, laddove è di aiuto una palina segnavia. Piegando decisamente a destra (Sud, segnavia numero 6 per Valmadrera via Sambrosera) in ripidissima discesa si perde quota su di un sentiero molto accidentato che va inoltrandosi nella Valle Due Pile. Non esistono bivi, impossibile sbagliare, solamente una volta raggiunti dei pinnacoli rocciosi una palina segnavia indica sulla destra l'attacco della cresta Osa, che andrà ovviamente ignorato. Non resta che da lambire la base della Torre Quattordio e della Torre Marina per ritrovarsi più a valle in prossimità della sorgente dell'acqua di Sambrosera. Poi giù di corsa alla frazione Belvedere per godersi appieno una birra in compagnia del mio maestro ed inseparabile amico Enrico!!!       



Traccia gps


La parete Sudest del Corno Rat come appare dalla mulattiera per la Cappelletta V.a.r.s.


Il versante Settentrionale del Gruppo Monte Rai e Corno Birone


L'articolato settore meridionale del Monte Moregallo. Facilmente riconoscibile la "scimitarra rocciosa" della cresta Osa alla cui sinistra, in ombra, è identificabile il profondo intaglio del Canale Belasa


Segnavia presso la sorgente dell'acqua di Sambrosera. Questa amena località è un crocevia di numerosi sentieri. Noi torneremo dal numero 6, qui visibile la palina in primo piano, che collega la Bocchetta di Sambrosera a questa località


Ma per la salita, seguiremo quest'altro segnavia, posto nelle adiacenze della sorgente, visibile in secondo piano. I segnavia precedentemente fotografati distano solo pochi metri da questo, dunque è davvero impossibile perdersi!!!


E' qui che ha inizio il vero e proprio Canale Belasa, con le prime attrezzature...


...ed una bella madonnina posta in una grotta alla destra della base del canale


Enrico sui primi passaggi di II


Una piacevole fioritura di Cicerchia


La parte inferiore del Canale Belasa è molto "arrampicabile" grazie agli ottimi appigli che la roccia offre. Divertentissimi ed appaganti i vari passaggi di II e III grado


Enrico nella parte inferiore del Canale Belasa


Paolo in attesa di affrontare i passaggi più delicati della salita. Trattasi di un paio di pareti alte circa una decina di metri, che si si trovano nella parte mediana del canale ed offrono miseri appigli oltre a gradi di difficoltà superiore (III/IV). Sono comunque attrezzati con catene ed una staffa che indubbiamente possono tornare di aiuto


Siamo alla base del più complicato passaggio dell'intero Canale Belasa. Risalita infatti questa breve parete le difficoltà aumentano nella parte superiore ove un erto camino, attrezzato con catena, andrà affrontato con la tecnica della contrapposizione per evitare di far utilizzo delle attrezzature


Una strozzatura del canale nella parte mediana superiore


Paolo fuoriesce da un altro non banale passaggio posto nella parte alta del Canale Belasa


Enrico alle prese con uno dei numerosi passaggi attrezzati


Un tocco di colore nel canale regalatoci da una splendida fioritura di Genziana 


Fuoriusciti da un secondo complicato passaggio (III+) ecco il bellissimo ed inospitale ambiente in cui si è immersi


In prossimità di questa palina segnavia ha termine il canale vero e proprio. Qui si incrocia una prima traccia che taglia parallela i ripidi prati di questo versante. Non andrà assolutamente seguita né ad Oriente  (si andrebbe ad intersecare la parte sommitale della Cresta Osa) né ad Occidente (si farebbe un giro dell'oca per raggiungere la Bocchetta di Moregge)


Questa fotografia è stata scattata nelle vicinanze della Cresta Osa. Dopo la palina segnavia al termine del Canale Belasa (quella della foto precedente per intendersi!), ho piegato a destra (esclusivamente per ragioni fotografiche) indirizzandomi verso un colletto che offre un fantastico panorama sulla cresta sopracitata. Da questo punto è osservabile il resto della salita che ci attende. Nella parte bassa della fotografia è distinguibile l'apice del canale Belasa che "va a morire" su questi ripidissimi prati. Bisogna dunque seguire l'incisione fino a che questa non diviene traccia e circa 50/70 metri più a monte, va ad incrociare di netto il "Sentiero della Tavoulera"  


Questa fotografia è stata invece scattata dall'incrocio tra la ripida traccia sommitale del Canale Belasa con il "Sentiero della Tavoulera". Sulla sinistra si intravede il colletto da cui ho scattato la fotografia precedente, mentre al centro della foto è intuibile la profonda incisione del Canale Belasa


Enrico nell'ennesimo passaggio attrezzato sul "Sentiero della Tavoulera"


Passaggio piuttosto esposto sul "Sentiero della Tavoulera"


Fuoriusciti dall'ultimo passaggio attrezzato ecco apparire in primo piano la parete Nordorientale del Corno Centrale di Canzo. In secondo piano, il Corno Occidentale.


Enrico, eccezionale anche oggi, al termine della faticosa e per nulla banale salita odierna


Il meritato premio alle fatiche odierne, ossia uno splendido colpo d'occhio sul ramo lecchese del Lago di Como


Il Monte San Primo dalla vetta del Moregallo. Sono facilmente distinguibili in secondo piano, sulla sinistra il Monte Leone e sulla destra il Finsteraarhorn e il Bietschhorn


La splendida parete Nordorientale del Corno Centrale di Canzo. Su questo versante si trovano decine di vie alpinistiche con sviluppo anche superiore ai 100 metri e difficoltà prossime al VII grado


Il Corno Occidentale di Canzo, maggiore elevazione del gruppo


La sponda Occidentale del ramo lecchese del Lago di Como. Qui, ben visibile dalla vetta, l'abitato di Onno attraversato dalla strada litoranea che conduce a Bellaggio


Ampio panorama dalla vetta verso le Alpi Lepontine. In primo piano la "Costa dell'Avvocato" mentre più lontano, da sinistra, Palanzone, Monte Generoso e San Primo 


Mandello del Lario come appare dalla vetta del Moregallo


Il bellissimo ramo lecchese del Lago di Como


La graziosa madonnina in vetta al Moregallo. In secondo piano, da sinistra, Corno Orientale, Centrale e Occidentale di Canzo


Ampio panorama dalla vetta del Moregallo, che spazia dal Resegone di Lecco al Monte Linzone


La Grigna Settentrionale dalla vetta del Moregallo


La Grigna Meridionale, con in ombra le torri dei Magnaghi, come appare dalla vetta del Moregallo


Il Pizzo dei Tre Signori


Il lungolago di Lecco come appare dalla vetta del Moregallo. Ben visibile la stazione delle ferrovie ed il centro storico con il bellissimo campanile ottocentesco di San Nicolò


Al centro della fotografia il "mio amato" Monte Barro, capace di dividere il corso del fiume Adda dai laghi della Brianza


La croce di vetta del Monte Moregallo con a fianco un bellissimo e secolare faggio. Sulla vetta di questa montagna sorge uno dei boschi più belli dell'intera regione!!!


In primo piano, da sinistra, la cima boscosa del Monte Coltignone, che degrada poi nell'omonimo dente roccioso, nel Corno Regismondo fino al Monte San Martino in basso a destra. In secondo piano il Monte Due Mani alla cui destra, innevato ed in lontananza, il Pizzo Arera


Pizzo Arera dalla vetta del Moregallo


Durante la discesa dalla cresta Est conviene mantenersi sul filo per godere appieno degli eccezionali scorci panoramici di cui è capace questa montagna


La Bocchetta di Sambrosera. Qui, a destra, per immettersi nella ripida discesa della Valle Due Pile. Diritto si proseguirebbe per San Isidoro ed il Sasso di Preguda, altre splendide località del Moregallo


Panorama dalla parte superiore della Valle Due Pile


La Bocchetta di Sambrosera come appare dalla Valle Due Pile


Oltrepassati questi pinnacoli rocciosi non resta che da raggiungere la fonte dell'acqua di Sambrosera


Alla prossima e soprattutto casco sempre in testa nei canali, che le pietre non mandano le raccomandate, mi raccomando!!!!!!!



10 commenti:

  1. Bello, bello bello .... adoro questi ambienti montani di bassa quota ma dall'aspetto severo, la progressione tecnica della salita su roccia e gli spunti panoramici sul lago, tutto ciò lo ritrovo quando vado sul lago di Garda oppure sulle Alpi Apuane in Toscana. Monte Moregallo ummmm .... adesso prendo nota, ho visto che mi ci vogliono circa 4 ore d'auto ma chissà, come tanti itinerari li studio,programmo il giro e li metto nel "ripostiglio" pronti per essere rispolverati al momento opportuno !! Bravo Manuel

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    1. Grazie come sempre Christian! Se hai modo facci un salto e segui l itinerario qui proposto! Ne sei benissimo capace e ti appagherà al pari dei tuoi splendidi itinerari nelle prealpi bresciane! Un caro saluto

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  2. Foro meravigliose ma non riprendere ad arrampicare ricordati la promessa!

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  3. Bellissima escursione, piuttosto impegnativa, hai comunque trovato il tempo per suggestivi scatti, complimenti a tutti

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    1. Speriamo di vederci domenica professore! Che un boccale in tua compagnia è sempre un gran piacere!

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  4. E io la sotto con 42 scalmanati !
    Ho aspettato un po' per leggermi e guardarmi bene il tuo post
    dire STUPENDO è dire poco.
    Queste sono le montagne che mi hanno visto nascere e dove è nata la mia passione per la montagna in ogni suo aspetto.
    Ti dirò che il Belasa (forse lo sai, ma il nome deriva dal soprannome di una famiglia di Valmadrera di cui avevo uno zio) non mi ha entusiasmato. Più che altro perché come tutti i canali non offre grandi panorami e inoltre qui c' è anche parecchia vegetazione.
    Il Moregallo comunque è anche per me una montagna speciale è come o più bello della Grignetta anche se più piccolo, ma senza la sua folla. Con panorami più belli (secondo me) e ambiente selvaggio.
    Complimenti a te, Paolo, ma soprattutto al GRANDE Enrico e .. . speriamo di vederci presto !

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    1. Ciao Graziano! Quanti complimenti! Per quel che mi riguarda assolutamente più bello ed affascinante il moregallo che non la grigna meridionale! Il toponimo del belasa non lo sapevo, grazie per avermelo scritto, è una nozione in più che può solo fare bene! Adesso aspettiamo settimana l altra che si fann due passi insieme...

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  5. Bravissimi. Enrico e4una forza della natura non finisce mai di stupirci tutti quanti. Le foto sono eccezionali

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